TIBET - IL SUO PASSATO E PRESENTE
Lhasa:- Lhasa’ significa in tibetano “Trono di Dio”, situata a 3650 m di altitudine nella valle del Kyi Chu, è la capitale del Tibet, territorio fin dal 1750 direttamente o indirettamente controllato dalla Cina (e ora dalla Repubblica Popolare Cinese). Attualmente Lhasa è quindi la Capitale della Regione Autonoma del Tibet. Era anche la residenza tradizionale del Dalai Lama.In seguito all’occupazione cinese, avvenuta nel 1950, gran parte del patrimonio artistico di Lhasa è stato distrutto, ma il piccolo quartiere del Barkhor e l’area del Potala rimangono siti di inestimabile valore artistico e culturale. Lhasa moderna si sta invece sviluppando rapidamente secondo gli schemi di una qualsiasi periferia cinese in netto contrasto con l’anima antica della città.
Gyantse:- Cittadina posta a 4.000 m di altitudine, Gyantse deve il suo fascino al fatto di essere la città più genuinamente tibetana del Paese, grazie ad uno scarso insediamento cinese. Posta storicamente lungo la rotta carovaniera verso il Bhutan e il Sikkim e centro del dominio inglese in Tibet nel primissimo novecento, Gyantse è dominata da un forte che gli stessi inglesi consideravano tra le roccaforti più difficili da espugnare in Asia centrale. Il maggiore punto d’interesse della città è il Monastero Palkhor Chode, il cui ruolo è unico nel buddismo tibetano in quanto ne rappresenta contemporaneamente tutte e tre le sette: Gelugpa, Sakkyapa e Bhuton. Risalente al 1418, un tempo ospitava migliaia di monaci e comprendeva, all'interno delle mura che ancora lo circondano, un'intera cittadina.
Shigatse:- Seconda città del Tibet, posta a 3900 m. d’altitudine, Shigatse ha acquisito la sua importanza come feudo dei Panchen Lama, considerati la seconda autorità religiosa e civile del Tibet e responsabili del monastero di Tashilumpo. La città ha subito storicamente una forte influenza cinese, chiaramente visibile dallo stile dei suoi edifici, ma grazie al fatto che il Panchen Lama non fosse fuggito in India con il Dalai Lama, può contare su di un monastero che ha resistito ottimamente preservato fino ai giorni nostri, anche durante gli anni della Rivoluzione Culturale.La città monastica di Tashilunpo può essere dunque considerata come la più interessante e attiva di tutto il Tibet, in quanto ospita al suo interno la comunità più numerosa di monaci del Paese (oltre 800). Il monastero, fondato nel 1447, preserva al suo interno sei stupendi templi dai tetti dorati e numerose cappelle e cortili dove si svolgono ancora funzioni religiose e dibattiti filosofici. Merita una nota la bella cappella del Buddha del Futuro Maitreya, che ospita una statua buddista di bronzo, alta 26 metri e pesante 275kg, fatta di oro e grandi quantità di materiale prezioso, come ad esempio perle, coralli, ambre.
Tsedang:- La città di Tsedang è un posto carino e tranquillo dove, secondo la tradizione popolare, sarebbe nato il popolo tibetano. Quella che attrae di questa antica città sono però alcuni templi che le sorgono vicini, fra i più antichi del Tibet:Monastero di Samye, primo monastero fondato nel 779 da Trisong Detsen, che da qui dichiarò il buddismo come religione di stato. La sua struttura architettonica intendeva rappresentare l'universo e ciascuno dei templi e delle pagode corrispondeva a un punto cardinale, al sole ed alla luna. La sua particolarità consiste però nel fatto che ogni piano è costruito secondo una tradizione e uno stile differente (tibetano, indiano e cinese) a testimonianza delle diverse culture che hanno influenzato questa terra .
Shegar:- Shegar (noto anche come Nuovo Tingri, ma da non confondere con Tingri). Shegar Dzong (Fort Crystal), una volta che la capitale della regione Tingri. La kora 2 km percorso conduce dalla parte occidentale della città alla parte superiore della impossibilmente ripida rupe. Lungo il percorso è possibile vedere Monte Everest in lontananza. Luce del mattino è migliore per scattare fotografie.Sulla strada si passa il monastero Chode Shegar, il piccolo istituto Gelugpa costruito nel 1269. Il dipinto raffigura all'interno del monastero al suo culmine, quando aveva circa 800 monaci. In questi giorni solo pochi rimangono, ma sono felici di avere visitatori sedersi e chiacchierare con loro nel cortile.